Mi chiamo Myriam (con la Y!) e sono un’Artistic Coach.
In tutti i sensi.
Sono innamorata della vita a cui cerco di dare i colori che
desidero e sono una ballerina.
Non sono sempre stata così. Determinata si, ma il mio slogan era ‘’aspettati il peggio per
gioire del meglio’’ perché mi sembrava che la vita mi avesse insegnato così.
Ora l’ho cambiato in ‘’aspettati il meglio per gioire del
meglio e nel frattempo datti da fare’’.
A lungo sono stata in balia degli eventi, delle persone, dei giudizi degli
altri.
Ora sono una persona felice, libera, che compie scelte anche
difficili con la serenità nel cuore. A 36 anni ballo in una compagnia di danza
assieme a ragazze che hanno 10 anni meno di me, ma nessuno se ne accorge.
Faccio tree climbing, volo dell’angelo, ponte tibetano perché
amo provare cose nuove. Adoro le altezze. Mi è sempre piaciuto ‘’volare’’.
Adoro il mio lavoro e sono grata alla vita per tutte le
esperienze che mi sono state concesse, anche quelle negative, perché mi hanno
permesso di essere quello che sono oggi.
Io mi amo profondamente, senza arroganza, ma solo perché penso
di meritarmelo, come se lo meritano tutti gli essere umani su questa terra,
anche se non lo sanno.
Il motivo per cui ti racconto questo è perché ti voglio
subito far entrare nell’ottica dei concetti base che ti permetteranno di essere
una persona che prende in mano la sua vita.
Tu sei l’autore della tua vita, tu sei il pittore della tua
vita, l’artista che deciderà chi vuole essere e cose vuole avere.
Strano eh?
Per anni, come me, ti sarai sentito dire che qualcuno o
qualcosa poteva decidere per il tuo destino: prima i genitori, magari, poi la
scuola, gli insegnanti, il marito o la moglie, lo Stato, addirittura il
destino!
Accidenti! Ed in tutto questo che funzione hai tu? Allora
perché fare tanto, provare tanta frustrazione solo ed unicamente per sopravvivere?
È meglio vivere, no?
Qualche anno fa mi capitò in mano The Secret. O, meglio, me
lo regalarono.
Era un momento particolare, di scombussolamento sentimentale
e magicamente mi arrivò quel libro.
Fu un primo passo.
I contenuti furono una folgorazione perché mi si è instillata
nella mente l’idea che noi MERITIAMO di
essere felici, MERITIAMO di avere la vita che vogliamo avere. Questo è vero
qualunque sia la tua convinzione.
È un concetto che va al di là di quello che ci hanno sempre
insegnato, al di là della nostra condizione sociale, del reddito, dell’aspetto
e della religione.
Non siamo su questa terra per soffrire. Siamo su questa terra
per creare, plasmare la vita che desideriamo.
E ce la possiamo fare,
anzi direi che dobbiamo farlo, per noi stessi e perché solo una persona
soddisfatta di sé può essere ciò che vuole nelle altre aree della vita!!
Cosa ci hanno insegnato
fino ad oggi
Lo so, è tutta la vita che ci dicono altro. Ci dicono chi
siamo, quanto valiamo e facendo che cosa.
Ci hanno detto chi dovevamo essere, che tipo di lavoro
potevamo ambire a fare per poi dirci che c’è la crisi e quindi avremmo dovuto
accontentarci di altro.
Ci hanno detto che si lavora per forza dal lunedì al venerdì,
che il lavoro serve a sopravvivere, ma non a vivere. Che bisogna passare 8 ore
in un posto che detestiamo, facendo cose che non sono nostre, perché ‘’almeno
hai un lavoro’’ spegnendo la fantasia, i sogni ed i desideri, aspirando alla
pensione per fare cose che vorremmo fare ora.
Ci hanno detto che se sbagli verrai giudicato e probabilmente
perderai l’affetto di alcune persone.
Ci hanno detto che il giudizio degli altri è importante, che
siamo troppo alti, troppo bassi, troppo impulsivi, troppo sognatori, troppo
timidi e molte altre cose.
Ci hanno detto che il successo viene misurato dal numero di
cose che hai, non dalla quantità di felicità che c’è nella tua vita.
Ci hanno detto che l’amore, gli affetti, vengono dopo il
lavoro.
Ci hanno insegnato ad essere infelici per scelta. Ogni giorno
che il sole sorge su questa terra scegliamo di essere infelici e di rinunciare
ai nostri sogni pensando, tra l’altro, che siano idee nostre. Questo lo
chiamiamo ‘’tenere i piedi per terra’’.
Ci hanno detto che bisogna condurre vite anacronistiche in
cui da giovane devi comportarti da anziano, ma da anziano puoi comportarti da
giovane.
L’urlo dell’eroe
Ma c’è sempre un momento, un attimo, un barlume in cui il
nostro VERO IO si fa sentire, fa capolino e c’è quella spinta, quella vocina
interiore che ci dice ‘’NO NO BASTA! NON CE LA FACCIO PIU’ ‘’.
Il disagio; un disagio pazzesco, insopportabile, anche se
breve. Compare per un momento, dà traccia di sé e noi giù a soffocarlo, senza
chiedere nemmeno cosa significasse.
A me è capitato soprattutto guardando capi padroni che
tenevano imbrigliati padri di famiglia sotto il giogo della minaccia perché
‘’c’è la crisi e dove lo trovi un altro posto’’. Mi sono sempre arrabbiata
anche per le ingiustizie subite da altri.
E giù, a chinare la testa, rigurgitando bile ed ingurgitando
mortificazioni.
Per un certo periodo è accaduto anche a me. Ho trovato capi
vessatori, maleducati, padronali, senza alcun accenno di leadership e di
autorevolezza, venduti al guadagno facile per sé.
È successo ai miei amici, alcuni di loro ancora sono in
questa situazione, a conoscenti, parenti, amici di amici etc.
Persone che per esempio ‘’tengono famiglia’’ perché è un loro
valore fondamentale, quindi fanno figli, ma non li vedono crescere, se ne
accorgono troppo tardi ed a questo punto magari si rifugiano nei bar a riempire
la pancia con l’illusione di colmare l’anima.
La paura ci governa
Abbiamo paura di non avere denaro e facciamo in modo,
inconsapevolmente, di non averne conservando situazioni scomode come scarpe di
3 numeri in meno.
Abbiamo paura della solitudine e ci proteggiamo non fidandoci
degli altri ‘’che tanto ci faranno del male’’ per poi terminare in
interminabili aperitivi nel ‘’solito posto’’ al bar i cui avventori spesso
diventano quanto di più simile ci possa essere ad una famiglia.
Non c’è giudizio in tutto ciò, ma consapevolezza di quanto
potremmo fare per noi stessi se ci fermassimo un attimo a pensare.
Ecco. Non ci hanno nemmeno abituati a pensare.
A cosa poi?
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